C’è l’indicazione del taglio dell’Irpef innanzitutto a favore dei redditi medi, la cancellazione dell’Irap e la semplificazione dell’Ires, la riduzione delle tasse sul lavoro e la revisione dell’Iva e pure l’abolizione di tante microtasse (dal superbollo alla tassa sulla laurea). Quindi si propone di estendere a tutti i soggetti la fatturazione elettronica e, per l’ennesima volta, di sfrondare le tax expenditures. E ancora si suggerisce di abbassare al 23% il prelievo sulle rendite finanziarie
E’ questa l’intesa trovata dai partiti negli ultimi giorni sullo schema di riforma fiscale da inviare al Governo: che, a sua volta, per rispettare il cronoprogramma inserito nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, adesso ha trenta giorni di tempo per varare la legge delega.
L’obiettivo della riforma è la realizzazione di un “nuovo Patto Fiscale tra Stato e cittadini, per innestare in modo deciso e irreversibile un cambio di paradigma nei rapporti tra amministrazione fiscale e contribuente. Un documento che il Governo stesso ha inteso essere un indirizzo per i successivi passi del cammino di una riforma fiscale organica e strutturale si chiude con la speranza e la fiducia che tale cammino possa partire col piede giusto e proseguire nell’interesse esclusivo della Nazione”, si legge nella nota.
Aliquote, Irpef più leggera per il ceto medio
Il taglio delle tasse al ceto medio sarà il piatto forte della prossima riforma. In particolare il Parlamento suggerisce al governo di ridefinire la struttura dell’Irpef con un “abbassamento dell’aliquota media effettiva con particolare riferimento ai contribuenti nella fascia di reddito 28.000-55.000”. Inoltre il documento elaborato dalle Commissioni finanze, chiede al Governo, “la modifica della dinamica delle aliquote marginali effettive Irpef, eliminando le discontinuità più brusche” e la revisione delle “tax expenditures”. Nel documento si “ritiene indispensabile che il disegno di legge delega” raggiunga tre obiettivi: riduzione del numero delle agevolazioni fiscali, semplificazione del sistema e reperimento delle risorse da destinare alla riduzione dell’aliquota media effettiva del terzo scaglione Irpef che oggi è assestato sul 38%.
Le imprese, cancellare l’Irap e più forfait alle Pmi
Sul fronte delle imprese la novità è rappresentata dalla richiesta di un superamento dell’Irap. In questo caso le commissioni Finanze propongono “un riassorbimento del gettito Irap nei tributi attualmente esistenti, preservando la manovrabilità da parte degli enti territoriali e il livello di finanziamento del servizio sanitario nazionale, senza caricare di ulteriori oneri i redditi da lavoro dipendente e assimilati”. Per quanto riguarda invece il regime forfettario per Pmi e autonomi il suggerimento è di mantenere questo regime anche in caso di ricavi e compensi sopra i 65 mila euro, individuando un ulteriore tetto per evitare come avviene oggi che il contribuente una volta superato questo tetto “transiti bruscamente l’anno seguente al regime ordinario Irpef”. Proposto anche un regime opzionale per la continuazione del regime forfettario nei due periodi di imposta successivi a condizione che ogni anno si dichiari almeno il 10% in più.
Redditi finanziari, una imposta unica abbassando il prelievo
Una nuova imposta unica, accorpando “redditi da capitale” e “redditi diversi” in un’unica categoria denominata “redditi finanziari”, un prelievo più basso perché dall’attuale 26% ci si dovrebbe allineare alla prima aliquota progressiva dei redditi da lavoro (che oggi è al 23%) e contestualmente gli opportuni presidi per evitare elusioni attraverso la realizzazione strumentale di minusvalenze. Anche in questo campo la pressione fiscale dovrebbe insomma scendere. Oltre a questo si propone di estendere al risparmio gestito il criterio di determinazione della base imponibile sulla base dei risultati realizzati e di applicare alla previdenza complementare “l’esenzione dall’imposta sostitutiva sul risultato netto maturato, considerando al contempo la modifica del regime di tassazione per la fase di erogazione delle prestazioni”.
Lotta all’evasione, fatture elettroniche obbligatorie per tutti
Tra gli interventi concreti per contrastare l’evasione una delle idee forti riguarda il perimetro dell’obbligo di fatturazione elettronica, estendendolo a tutti i soggetti attualmente esentati, compresi gli operatori che rientrano nel regime forfettario, e l’esclusione di possibili eccezioni all’obbligo di memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei corrispettivi giornalieri (che sostituisce gli obblighi di registrazione dei corrispettivi). Il Parlamento ritiene che “la digitalizzazione del Fisco sia stato lo strumento più efficace nel contrasto all’evasione. L’approccio strategico esplicitamente contenuto nel Piano nazionale di ripresa e resilienza vede nella digitalizzazione l’investimento più potenzialmente redditizio all’interno dell’Amministrazione finanziaria, assieme a quello volto a dotarla delle competenze tecniche necessarie per metterlo a valore”.
Cartelle esattoriali, “Rottamazioni utili per l’adempimento”
Le diverse rottamazioni delle cartelle esattoriali, che permettono al contribuente di rateizzare l’imposta dovuta senza sanzioni e interessi, “sono positive in un’ottica di favorire l’adempimento”. Quanto all’evasione fiscale, è un problema che, secondo le Camere, si supera solo con «un processo di natura culturale». “Lo Stato deve allontanare ogni tendenza a considerare il contribuente un evasore che ancora non è stato scoperto” e al contempo “efficientare i propri comportamenti, non solo quelli relativi all’amministrazione finanziaria ma anche quelli inerenti l’utilizzo delle risorse pubbliche raccolte con le tasse. Il contribuente, a sua volta, deve ottenere «il beneficio collettivo che deriva dal pagamento dei tributi (in termini di erogazione di beni e servizi pubblici)”. Quanto all’attività di riscossione deve andare incontro a una rivoluzione manageriale.
La riqualificazione, ritocchi ai contributi per la svolta green
Anche le tasse green richiedono qualche ritocco a partire dall’esigenza di rimodulare il regime di tassazione ambientale – a parità di gettito – in coerenza con le linee guida europee e gli obiettivi stabiliti dal Green Deal UE prevedendo anche “adeguati meccanismi di compensazione e premialità in grado di accompagnare famiglie e imprese nel processo di transizione ecologica” ed evitare effetti regressivi di queste imposte. Oltre a questo il menù prevede: il riordino, la semplificazione e la stabilizzazione delle misure per la riqualificazione energetica e antisismica degli edifici, al fine di fornire un quadro certo e chiaro a famiglie e imprese (compresa la possibilità di cessione dei relativi crediti fiscali), il potenziamento degli incentivi per interventi di decarbonizzazione e riqualificazione ambientale, evitando aggravi di costi per le imprese ed un aumento del limite alla detraibilità dell’Iva(oggi al 40%) per tutti i veicoli a basse emissioni.
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