Punti chiave
1 Irpef e le tre aliquote
2 Dai Btp agli affitti
3 Valore degli immobili
Dovrà trascorrere un tempo di diciotto mesi.
Tanto sarà il tempo per cambiare il sistema fiscale italiano.
Dopo l’accordo politico, ancora da blindare, e con l’approvazione della delega in Parlamento, diciotto mesi è il tempo che il governo avrà per ridisegnare l’imposizione fiscale su famiglie e imprese. Dopo le votazioni in commissione alla Camera e dopo il via libera del Senato, i dettagli della riforma saranno definiti con i decreti delegati ma con un principio: dall’attuazione non potrà derivare un aumento della pressione fiscale.
Vediamo nel dettaglio tutte le modifiche.
L’Irpef e le tre aliquote: prime riduzioni per i redditi bassi
Dopo la riduzione degli scaglioni Irpef da cinque a quattro nell’ultima manovra, la delega potrebbe portare a un nuovo intervento per arrivare a tre aliquote. Il mandato per il governo è quello di ridurre gradualmente, a partire dai redditi medio-bassi, le aliquote medie effettive e marginali, anche per incentivare l’ingresso nel mondo del lavoro di giovani e del secondo percettore di reddito, che nelle famiglie italiane in genere è una donna.
La flat tax al 15% per le partite Iva viene confermata, con uno scivolo di due anni per chi esce dal regime forfettario: soglia e aliquota saranno definite dai decreti attuativi, un’ipotesi è far pagare il 20% fino a 80 mila euro.
La riforma prevede anche il riordino di detrazioni e deduzioni. E la creazione di un cashback fiscale, ossia la possibilità di ottenere il rimborso di spese come quelle sanitarie in tempi brevi, senza attendere la dichiarazione dei redditi: le somme saranno caricate su piattaforme come ad esempio l’app-Io.
Dai Btp agli affitti
Il nuovo sistema fiscale sarà duale, con una netta distinzione tra imposte sul reddito sulle persone, che dovranno essere progressive, e tasse sui redditi da capitale, mobiliare e immobiliare, che saranno invece proporzionali.
In origine la riforma prevedeva l’approdo a un’unica aliquota (due aliquote in fase transitoria), per imposte sui capitali che oggi vanno dal 10% della cedolare sugli affitti al 26% delle plusvalenze degli investimenti.
Il governo potrà riordinarle, per dare coerenza al sistema, ma non si arriverà più alla drastica riduzione. La speranza di chi sostiene la necessità di un riordino sta nella previsione di un principio di “neutralità fiscale”, ossia l’impegno a non orientare i risparmi con tassazioni così diverse sui diversi tipi di investimenti, riequilibrando una situazione oggi molto incentivante all’acquisto di titoli di Stato.
Valori degli immobili
Al primo gennaio 2026 dovrà essere disponibile una nuova mappatura di tutti gli immobili e i terreni d’Italia.
Per realizzarla, il governo darà a Comuni e Agenzia delle entrate nuovi strumenti per facilitare la rilevazione. Si punta a una maxi operazione di trasparenza per far emergere tutti gli immobili fantasma, abusivi o accatastati male.
I proprietari di queste case dovranno iniziare a pagare le tasse e ne deriverà per lo Stato un maggior gettito che andrà a ridurre l’Imu.
er tutti gli altri cittadini la delega precisa che le tasse non cambieranno. Ma nella nuova mappatura alla rendita catastale (la sola valida ai fini fiscali), si affiancherà una rendita “ulteriore”. La rendita “ulteriore”, che in una futura ipotetica riforma potrebbe essere usata come base imponibile, sarà calcolata “secondo i criteri del dpR 138/1998”, che già oggi consente ai Comuni di definire gli estimi sulla base di vari criteri tra cui il “valore di mercato”.
Un parametro che il centrodestra ha chiesto di cancellare dal testo della delega ma torna così come riferimento indiretto.
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